La persecuzione
Un’attività di contrasto e boicottaggio che vuole togliere a Rodolfo la possibilità di esprimere la sua vocazione (la musica) che è anche la ragione della sua vita e nello stesso tempo la considerazione delle persone che l’apprezzano.
Si saldano la vendetta, che doveva essere consumata per quello che il giovane compositore avrebbe osato nei confronti del Presidente, alla punizione che “merita” come artista indipendente ed autonomo non prono alla cultura e allo spirito nazionalista che si vuole imporre. Non bisogna dimenticare, come si è visto, che il Ministro degli Interni del Presidente de Alvear era uno dei fondatori della LIGA PATRIOTICA.
Si aggiunga a questo la personalità di Rodolfo alieno dai compromessi e quindi tendente a scontrarsi con il potere, e l’invidia a cui devono sottostare naturalmente e necessariamente le persone che si elevano al dì sopra della mediocrità.
Questa attività persecutoria a tutto raggio, è documentata e provata nell’articolo pubblicato sulla rivista “Disonancias” proprio dopo la morte di Rodolfo. Il compositore Emilio Pelaia, importante personaggio della storia musicale argentina, scrive che ha una grande amarezza nell’animo e che non riesce a trovare le parole per dire quello che hanno fatto al giovane e geniale musicista e si avanza a dire, anzi a denunciare, che se la sua musica non è conosciuta come avrebbe dovuto esserlo per il suo merito, lo si deve (testualmente) “ad una consorteria perversa e malintenzionata che gli ha dichiarato una guerra implacabile e che agisce nell’ombra ed ha più affiliati di una religione”.
Ciascuno può trarre le proprie conclusioni.