COMPOSITORE
DIRETTORE D'ORCHESTRA
AL TEATRO COLON
PIANISTA
IL MISTERO DI RODOLFO ZANNI (1901 - 1927)
"Il Mozart Argentino" di origine italiana
Foto: Archivo General de la Nación
Chi era
Rodolfo Zanni?
Lo chiamavano il Mozart argentino.
Oreste Schiuma scrive su “Cien anos de Musica Argentina”, Buenos Aires, 1956.
“Un prodigio che solo la natura poteva concepire, perché nessuna immaginazione avrebbe potuto crearla cosi brillante e rara.
La storia musicale dell’Argentina aveva bisogno della sua musica per presentare una visione che fosse all’altezza della migliore culture europea. A meno di vent’anni, era pianista, direttore d’orchestra […]
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Radio Nacional Argentina – Victor Hugo Morales su Rodolfo Zanni
Il mistero intorno alla sua morte
Trafugato il suo corpo
Il certificato medico parla di polmonite, ma tutta la stampa e i necrològi pubblicati raccontano di un evento imprevisto, inaspettato, improvviso. Viene inumato nel cimitero di San Jeronimo e qualcuno rimasto sconosciuto, in assenza dei parenti, ne dispone la sepoltura in luogo sconsacrato, riservato ai “disidentes” ebrei, omosessuali, massoni, anarchici…; e dopo qualche anno, il corpo viene riesumato non si sa da chi e traslato non si sa dove. Se ne perdono le tracce.
Fatte sparire tutte le sue opere
Più inquietante ancora appare la scomparsa delle (almeno) 80 opere di musica classica da lui composte, opere di largo respiro: sinfonie, ouvertures, sonate, romanze, balletti e due opere liriche – Glyceria su libretto suo e Rosmunda su libretto di Sem Benelli -; quest’ultima in un’intervista del 1922, viene considerata già edita dalla casa musicale Ricordi di Milano. Una vita interamente dedicata alla musica.
Le tappe significative della vita del musicista
MA L’AVVENIMENTO CHE SEGNA LA SUA VITA DI UOMO E DI ARTISTA LA SERATA LEGGENDARIA, L’APOTEOSI
avvenne per il giovane maestro con il Gran Concerto Sinfonico al teatro Colòn di Buenos Aires nel 1922, un evento che fece epoca, un evento memorabile presente in tutte le biografie e che viene ricordato anche molti decenni dopo in riviste specializzate e non, di musica e di costume.
L’ostracismo
Dopo questa consacrazione e l’unanime riconoscimento, tutti pensano all’inizio di una carriera prestigiosa; che il giovanissimo Zanni avrebbe potuto sperare in una continuazione al più alto livello, nella direzione come Maestro di grandi complessi orchestrali, nella presentazione delle sue opere ad un pubblico consapevole, nei teatri e nelle sale di concerto più importanti del paese e all’estero. Invece non accade nulla di tutto questo. Fittissima cala una nebbia sul personaggio tanto osannato, l’evento viene silenziato, ignorato, cancellato completamente.
Tutti i luoghi dove si faceva grande musica gli vengono impediti, dovunque viene rifiutato e respinto.
Che cos’era successo?
Quello che colpisce, oltre alla generale estensione del divieto, è l’immediatezza dell’ostracismo, che solo un potere forte e autorevolissimo poteva disporre ed esercitare.
Si sussurra, neanche velatamente, da parte dei più malevoli, di un appoggio della Presidentessa soprano al molto più giovane collega. E serpeggia l’interrogativo…
L’ambiente che lo circonda: La Liga Patriotica
La persecuzione
Un’attività di contrasto e boicottaggio che vuole togliere a Rodolfo la possibilità di esprimere la sua vocazione (la musica) che è anche la ragione della sua vita e nello stesso tempo la considerazione delle persone che l’apprezzano…
Il Transatlantico Italia e l’inno Italia Nova
Certo è, che la lotta ad oltranza che deve subire non riesce ad abbattere la tempra di combattente di Rodolfo, il quale reagisce e cerca ogni mezzo per esprimere la sua inclinazione. E così lo troviamo nel 1924 sotto la prua del Transatlantico “Italia” all’approdo a Buenos Aires dove la banda cittadina…
Rodolfo, il cinema muto e la radio
Rodolfo dunque, anche se deve procurarsi i mezzi di sostentamento che servono a lui e per la cura del padre malato, cerca il riscatto e lo trova nel duro lavoro del cinema muto. Il suo genio si manifesta anche in questo settore dove porta idee nuove e nuove modalità di rappresentazione…
“La fuga” a Parigi
Insomma Rodolfo tornava e riconquistava il successo, la sua straordinaria capacità di adattamento gli aveva fatto intuire che la radio che cominciava ad installarsi in quegli anni in Argentina, era un formidabile mezzo per farsi ascoltare e si era ricavato i suoi spazi nelle quattro reti esistenti dove suonava al pianoforte, o dirigeva…
L'ostracismo
Più fattori hanno concorso all’ostracismo decretato al talentuoso musicista, primo fra tutti il suo modo di essere, la sua personalità. Il giovane Zanni aveva un carattere ben definito, indipendente ed autonomo; agiva come sentiva di dover agire, in maniera decisa e senza indulgere a compromessi.
Era quindi portato costituzionalmente a scontrarsi col potere, sia pure senza premeditazione o compiacimento.
La persecuzione
La persecuzione è accertata in maniera inequivocabile e raccontata da Emilio Pelaia in un articolo pubblicato sulla rivista «Disonancias» del gennaio 1928, all’indomani della morte di Rodolfo.
Non sono ipotesi o costruzioni letterarie: le denunce che egli fa sono esplicite e non possono essere sottovalutate, perché scritte e firmate da un importante musicista dell’epoca, che ancora oggi viene ricordato, tra l’altro, per il libro sulla nuova scuola violinistica italiana fondata dal maestro Francesco Sfilio.
Il cinema
Negli ultimi tempi prima di morire Rodolfo, avversato e contrariato dai nemici, che gli avevano chiuso ogni possibilità di lavoro nel suo settore, si era dedicato ad adattare la musica alle pellicole cinematografiche, anche qui meritando per la sua attività grandi e sinceri elogi.
Non era il musicista decaduto che strimpellava nei cinema di provincia, ma componeva vera musica per adattarla ai film e la presentava dirigendo personalmente un’orchestra di 20 professori, con uno strepitoso consenso di pubblico. Al Cine Teatro Real di Córdoba lo vanno ad ascoltare migliaia di persone, 3008 per la precisione come risulta dalla locandina a noi pervenuta del film Vagabundo de amor: in locandina ottiene una visibilità pari a quella di John Barrymore, il grande attore hollywoodiano!
La radio
Questa straordinaria capacità di adattamento gli aveva fatto anche intuire che la radio che in quegli anni veniva costituendosi a Buenos Aires e in tutta l’Argentina era uno straordinario mezzo per farsi ascoltare e giudicare.
In poco tempo lo troviamo esecutore al pianoforte di brani di Wagner, Grieg, Debussy, ma anche di composizioni proprie come La fiesta de la aldea, Nerone, il balletto Las ninphas.
Geniale anche nelle riconoscere le potenzialità dei nuovi mezzi di espressione musicale, aveva immediatamente compreso il valore del tango sul quale già all’età di diciassette anni esprimeva un giudizio positivo.
Il tango: il pensiero di Rodolfo Zanni (1918)
L’astio che produce l’ascolto o l’esecuzione della musica del più popolare di tutti i balli nazionali, nelle persone che solo ascoltano, eseguono o coltivano la musica seria, mi sembra curiosamente ridicolo…
“È musica di routine!” Svia dalla retta via gli studiosi” (che sono così pochi) o più semplicemente: “È cattiva musica!”;
sono alcune delle stravaganti ragioni che adducono, relegando il tango a rimanere sepolto nei bassifondi o nei lussuosi appartamenti delle ragazzine snob, ovvero, tra le orchestre che accompagnano i film nei cinema o nei balli di società
…Io concordo con l’opinione sul tango espressa da uno dei nostri migliori scrittori, nel senso, come dice che “Le sue note sono il linguaggio musicale di una preghiera d’amore; è qualcosa che tocca l’emozione; qualcosa che vibra che sorride, fugge, viene e va, supplica e piange, ci sono ardimenti evitati, un bacio, segni canaglieschi, languisce, vola verso l’alto, cade e torna, elementare come le cose vere, descrive i malanni dell’amore con calore sincero. Il tango è la comunione più perfetta tra la musica e l’amore del popolo; altre ce ne saranno che siano in grado di interpretarlo, ma nessuna così sull’orlo della passione”…